La delibera Cipe 135/2012 destina circa 2,2 miliardi di euro di finanziamenti alla ricostruzione post-sisma, di cui 100 milioni dedicati al sostegno delle attività produttive e della ricerca.
Due provvedimenti legislativi, il Decreto legge 43/2013 e la Legge 125/2015, stabiliscono che, nell’ambito dei finanziamenti destinati alla ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 2009, una quota fino ad un valore massimo del 4% venga destinata a interventi di adeguamento e sviluppo delle aree produttive; attività e programmi di promozione di servizi turistici e culturali; ricerca, innovazione tecnologica e alta formazione, azioni di sostegno alle attività imprenditoriali e per l’accesso al credito delle imprese, interventi e servizi di connettività destinati a cittadini e imprese.
Nello specifico, il Decreto legge 43/2013, che stanzia 197,2 milioni di euro destinati alla ricostruzione post-sisma per il quinquennio 2014-2019, stabilisce una quota destinata allo sviluppo socio-economico del cratere pari a circa 23,6 milioni (7,9 milioni di euro l’anno).
Successivamente la Legge di Stabilità 2015 (legge 190/2014) destina altri 197,2 milioni, il 4% delle quote destinate alla ricostruzione post-sisma contenute nella legge (911 milioni nel 2016, circa 1,3 miliardi nel 2017, circa 3,2 miliardi nel 2018 e nel 2019, e circa 300 milioni nel 2020).
La somma delle risorse provenienti dal Decreto legge 43/2013 (23,6 milioni) e dalla Legge di Stabilità 2015 (197,2 milioni) rappresentano dunque il totale della cosiddetta quota del “4%”: 219,6 milioni di euro.
Con la Delibera Cipe 49 del 2016 nasce “Restart“, un programma di sviluppo elaborato dalla Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che stabilisce i finanziamenti in base a “priorità – ambiti tematici dello sviluppo dell’area del cratere”, divisi per tipologie di intervento.
Al mese di ottobre 2020 gli interventi nell’ambito di “Restart” sono stati approvati con le Delibere Cipe 70/2017, 115/2017, 25/2018, 56/2018, 20/2019, 54/2019, 16/2020 e 17/2020.
La governance dei finanziamenti
Le amministrazioni competenti per territorio e materia propongono alla Struttura di Missione gli interventi che vorrebbero far finanziare.
Quest’ultima avvia un’istruttoria tecnica, compiendo un’analisi di ammissibilità e finanziabilità. Trasmette poi la proposta a un Comitato di Indirizzo, istituito nel 2013.
È questo comitato a dare un parere, espresso sulla base delle proposte di istruttoria formulate dalla Struttura di Missione. Una volta vagliate e approvate le proposte, queste vengono trasmesse al Cipe per la proposta di assegnazione delle risorse per la realizzazione e l’attuazione degli interventi. Sempre il Cipe deciderà dell’eventuale rimodulazione e riprogrammazione finanziaria, e disporrà dell’informativa sullo stato di attuazione, sul monitoraggio del programma di sviluppo e sugli interventi.
Una volta trasferiti e ricevuti i finanziamenti, infatti, le amministrazioni competenti si impegnano con cadenza bimestrale a rendicontare le spese e lo stato di avanzamento del progetto.
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